Dopo parecchio tempo ritorno a scrivere su Vaniglia e Cacao. La vita corre così velocemente che non ci si rende conto del suo scorrere e così passano i mesi e non ti accorgi che nelle priorità il tuo blog, o meglio il momento di pausa e riflessione, lo confini sempre in fondo, un fondo che non arriva mai, sommerso da cose da fare sempre più urgenti.
Oggi vi parlo dei maccheroni ai ferri. Si tratta di un piatto tipico pugliese-lucano, principalmente dei paesi dell'entroterra.
I ferri utilizzati per realizzarli, una volta, le donne del paese li acquistavano dagli zingari che puntualmente arrivavano in paese, in genere in occasione della festa del paese o della fiera di Ferragosto. I ferri venivano recuperati dalle stecche di ferro degli ombrelli rotti. Era sicuramente un riciclo, visto che all'epoca, pochi potevano permettersi un ombrello e quando si rompeva veniva barattato con qualcos'altro, gli zingari, dal loro canto, lo smontavano, ottenendo i ferri. Nella foto quello più scuro, è un ferro antico.
Oggi i ferri sono realizzati di ferro, se ne trovano di tanti tipi e misure e sono principalmente venduti nelle fiere di paese. Hanno un costo irrisorio di 1 Euro e nel caso non riusciste a trovarli, si possono sostituire con gli spiedini di legno, da premettere, che sono leggermente più grossi e che spesso la pasta non scorre facilmente, quindi si perderà un po' di estetica, ma il risultato sarà ottimo.
I maccheroni ai ferri è pasta all'uovo, per circa 500 g di pasta, utilizzate 450 g di semola rimacinata di grano duro, 2 uova intere e acqua quanto basta per avere un impasto solido e non appiccicoso, non si deve assolutamente attaccare alle mani o al piano. Deve essere lavorata a lungo per avere un panetto liscio e uniforme, a questo punto va steso in un lungo filone di circa 3 cm, con una spatola tagliate tanti piccoli tocchi che saranno poi stesi ancora, alla larghezza di mezzo centimetro, è questo il momento di di tagliare i maccheroni della lunghezza desiderata. Il passo successivo è il passaggio del ferro. Ecco le immagini:
I ferri utilizzati per realizzarli, una volta, le donne del paese li acquistavano dagli zingari che puntualmente arrivavano in paese, in genere in occasione della festa del paese o della fiera di Ferragosto. I ferri venivano recuperati dalle stecche di ferro degli ombrelli rotti. Era sicuramente un riciclo, visto che all'epoca, pochi potevano permettersi un ombrello e quando si rompeva veniva barattato con qualcos'altro, gli zingari, dal loro canto, lo smontavano, ottenendo i ferri. Nella foto quello più scuro, è un ferro antico.
Oggi i ferri sono realizzati di ferro, se ne trovano di tanti tipi e misure e sono principalmente venduti nelle fiere di paese. Hanno un costo irrisorio di 1 Euro e nel caso non riusciste a trovarli, si possono sostituire con gli spiedini di legno, da premettere, che sono leggermente più grossi e che spesso la pasta non scorre facilmente, quindi si perderà un po' di estetica, ma il risultato sarà ottimo.
I maccheroni ai ferri è pasta all'uovo, per circa 500 g di pasta, utilizzate 450 g di semola rimacinata di grano duro, 2 uova intere e acqua quanto basta per avere un impasto solido e non appiccicoso, non si deve assolutamente attaccare alle mani o al piano. Deve essere lavorata a lungo per avere un panetto liscio e uniforme, a questo punto va steso in un lungo filone di circa 3 cm, con una spatola tagliate tanti piccoli tocchi che saranno poi stesi ancora, alla larghezza di mezzo centimetro, è questo il momento di di tagliare i maccheroni della lunghezza desiderata. Il passo successivo è il passaggio del ferro. Ecco le immagini:
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